Festival del Design del Lago di Como 2023

Foto per gentile concessione© Associazione Wonderlake Como ets

Foto © Andrea Butti

Villa Salazar e l'Hotel Sheraton foto © Robert Mawdsley

Foto © Maria Butti (particolare dell'arazzo "Forte Fibra")

Nove sono stati gli arazzi esposti in tre delle sedi che hanno ospitato il Lake Como Design Festival 2023. Cinque sono stati esposti a San Pietro in Atrio, due a villa Salazar e due allo Sheraton Hotel. Essi fanno parte della collezione “Arazzi Contemporanei”, l’edizione curata da Alberto Fiorenzi che è anche il fondatore e direttore di i-Mesh.

La quinta edizione del Festival, che si è tenuta dal 16 al 24 settembre 2023, ha celebrato il bimillenario di Plinio il Vecchio, avvenuto a Como nel 23 d.C., e ha scelto la natura come filo conduttore.

Un evento che ha abbracciato il connubio tra arte, natura e design, esplorando il mix tra tradizione e innovazione.

In questo contesto si è inserita la presenza degli Arazzi Contemporanei e del «tessuto» i-Mesh.

Abbiamo chiesto ad Alberto Fiorenzi, di spiegarci il significato della collezione e il legame che c’è tra essa e l’attività di i-Mesh.

“Abbiamo pensato di illustrare il legame tra gli Arazzi ed i-Mesh con l’ennesima opera, un’installazione architettonica sulla facciata di Villa Olmo. 

I tre grandi pannelli esposti sono un richiamo alla più grande installazione urbana mai realizzata da i-Mesh che è poi la più grande installazione dinamica mai realizzata in assoluto: cinquantatremila metri quadrati di coperture retrattili immerse nel tessuto urbano di Expo City a Dubai. 

I tre pannelli, che erano stati scartati allora per piccoli difetti, sono stati riutilizzati per questa nuova missione.

Modificati nelle dimensioni e nell’aspetto, essi sono l’esempio lampante di come operiamo in i-Mesh. Infatti, la nostra produzione è destinata a durare a lungo e il riciclo di un pezzo di i-Mesh non avverrà prima di 20-30 anni dalla sua nascita e a seconda di come viene utilizzato, potrebbe non essere mai necessario. 

Ciò non toglie che chi lo possiede potrebbe stancarsene, oppure potrebbe traslocare o volerlo utilizzare in altro modo.

Se possibile, potrebbe dunque modificarlo o chiedere a noi di renderlo adatto alla nuova situazione.

Noi infatti, piuttosto che riciclare, preferiamo riutilizzare un materiale di tale durabilità. Questa politica serve a mantenere basso il costo energetico del nostro prodotto.

La sostenibilità di un dato materiale, infatti si misura in energia spesa per crearlo e per farlo sparire. 

Di questi temi parliamo con gli autori e li coinvolgiamo nella creazione della materia.

Accettando il nostro invito sono costretti ad immergersi nel nostro mondo fatto di zero sfridi, di zero immissioni nell’ambiente, di zero stock, di energia contenuta ai più bassi livelli.

In pratica li rendiamo partecipi e consapevoli nello scegliere il nostro prodotto per esprimersi artisticamente, ma anche per esprimersi nelle loro opere architettoniche. Ci auguriamo infatti che lavorare con i-Mesh sia uno spunto per lavorare meglio con i produttori di ogni materiale. Ovvero che l’architetto sia consapevole della sostenibilità di tutto ciò che sceglie per svolgere la propria professione.

Ma i legami sono tanti. Arazzi Contemporanei sono il nostro laboratorio di ricerca visiva. Sono il paradigma del nostro impegno quotidiano con gli architetti che scelgono di utilizzare i-Mesh. I creativi che invitiamo a progettare un arazzo sono Architetti o Artisti e a loro proponiamo di immaginare un’opera fatta di filo.
Con questa richiesta, poniamo ogni volta noi stessi di fronte a una nuova sfida perché ogni nuovo progetto ci "costringe" a superare i nostri limiti produttivi. 

Molto spesso ciò che abbiamo sperimentato nel realizzare arazzi trova poi un’applicazione nelle superfici che creiamo in architettura.

Un esempio per tutti: Ico Migliore ama creare arazzi la cui densità è variabile. Ico pensa che i-Mesh sia un materiale in continua evoluzione, perché la sua trasparenza lo pone in dialogo con ciò che gli è attorno. La superficie è dunque protagonista, ma è parte di un contesto in dialogo. La variabile che egli applica sui suoi arazzi è dunque quella di cambiarne il gradiente di densità.

Il suo lavoro ci ha ispirato in una applicazione molto tecnica. Quando studiamo facciate architettoniche con lo scopo di creare comfort negli interni, le nostre superfici hanno densità variabile. Questi studi ci consentono di porre la materia solamente dove serve e nella fattispecie ci portano a realizzare schermature che sono dense solo nelle zone dove i raggi solari arrivano diretti.

Come sostiene Werner Sobek nel film «Softness. i-Mesh. Designing the city»: con i-Mesh si utilizza il materiale solo dove è necessario.

Il vantaggio è chiaro: proteggiamo dall’abbacinamento e dall’eccessivo calore solo in certe zone della schermatura, lasciando così che la luce naturale arrivi negli interni dalle aree dove i raggi solari non giungono diretti. Questa strategia porta ad un risparmio energetico.

Gli arazzi di Marco Ferreri si chiamano “Forte Fibra” e ci hanno insegnato a gestire la riflettanza della nostra materia di base.
Le fibre minerali rispondono alla luce in modo inaspettato e la maniera nella quale vengono poste rendono i suoi arazzi qualcosa che non ti stanchi mai di osservare. 

L’arazzo di Giovanna Latis ci ha spinto a studiare il modo in cui i colori si mescolano per ottenerne di nuovi e ci ha portato ad introdurre le fibre melangiate.

E così via. Ogni arazzo ha la sua storia e il realizzarla ci ha insegnato sempre qualche cosa.

“Arazzi Contemporanei” è una ricerca artistica o di alto design? La mia curatela è stata molto attenta su questo dualismo. Credo che la collezione contenga pezzi di Arte e pezzi di Design.

Sono pezzi d’Arte nel momento in cui lo sviluppo dell’arazzo è in linea con la ricerca personale dell’autore. Per questo motivo è Arte quella di Graphic Surgery che, dipingendo muri urbani, da sempre si esprime con lo stesso linguaggio visivo. È un opera di Alto Design quella di Marco Ferreri il quale sviluppa temi più disparati, ogni volta usando un materiale diverso.

La creazione di un arazzo è motivo di orgoglio per i nostri operatori, a metà tra artigiani e tecnologi e solo i più abili e appassionati possono mettervi mano.

Anche nel produrre i-Mesh essi sono consapevoli che il loro operato serve a creare comfort visivo, luminoso e termico, a creare ambienti e città più vivibili, più belle.
Anche questa è sostenibilità. 

“Architettura Morbida” è la nostra strategia, la missione di cui si parla nel film “Softness. i-Mesh. Designing the city” prodotto da i-Mesh. Un vero e proprio Manifesto nel quale sono i protagonisti, ancora una volta gli architetti, a offrirci la visione di come sia possibile creare un mondo migliore.”

SPECIFICA DEL PATTERN
Festival del Design del Lago di Como 2023
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